1) Caccia alle streghe a Papua, uccise anche due bambine di 5 anni
Cronaca, Mondo di A.P. 17 aprile 2014 – 13:44 Fanpage.it
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Una folla di uomini ha assaltato un villaggio incendiando case e provocando almeno sei morti e decine di feriti. Ancora donne accusate di stregoneria e vittime di violenza in Papua, Nuova Guinea. Diverse centinaia di uomini provenienti dal villaggio di Raicoast hanno letteralmente assaltato il vicino villaggio di Sasiko in una vera e propria caccia alle streghe. La folla inferocita, per l’intera giornata di lunedì, ha messo a ferro e fuoco il piccolo villaggio alla ricerca di donne ritenute streghe e per questo catturate e uccise. Per il momento si contano almeno sei vittime rimaste sul terreno, tra cui anche due piccole bambine sotto i cinque anni. Come raccontano i media locali, citati dalla radio nazionale australiana Abc, durante l’assalto diverse case sono state date alle fiamme e decine di persone sono state ferite. Purtroppo simili episodi non sono nuovi nell’arcipelago del Pacifico, dove credenze sulla stregoneria sono molto diffuse sopratutto nelle regioni più remote.
Atti malefici per giustificare malattie e morte – In molti casi la folla è aizzata da persone che parlano di atti malefici per giustificare malattie o morte. Spesso infatti molti non accettano cause naturali per incidenti o casi sfortunati scatenando le violenze contro le presunte streghe. La crescente frequenza di attacchi e di uccisioni di persone accusate di stregoneria è stata condannata anche dall’ONU, che ha ricordato come in molti casi la stregoneria è un pretesto per mascherare gli abusi contro le donne. Intanto per l’ultimo tragico episodio la polizia locale ha arrestato 180 persone.
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Nel medioevo, o meglio nella preistoria, l’uomo ha sempre accusato i suoi simili di disgrazie che invece erano di origine umana e non diaboliche o demoniache. Leggi Chi voleva fare un patto col diavolo lo faceva, ma non era neppure sicuro che chi l’avesse fatto avrebbe ottenuto dal diavolo quello che chiedeva.
Ma IL male, per prima cosa, l’abbiamo nei nostri centri cerebrali dei sistema limbico o emozionale, che molte volte non critica, non distingue la fantasia dalla realtà, e allora ci trasciniamo un mucchio di nostre paure trasformate in leggende che però fanno più danno che altro.
Sono stufi di leggere notizie di una umanità che soffre, mentre un’altra parte dell’umanità va a prendersi il sole o a fare abbuffate: siamo tutti uguali e le nostre credenze culturali dobbiamo metterle in un cassetto chiuso a chiave ed aggiornarci.
Due bambine di cinque anni e la storia si ripete, non si corregge.Nel Mendrisiotto, all’epoca della caccia alla streghe, due genitori denunciarono i loro figli come stregoni e il tribunale civile di allora  condannò i genitori a sopprimere i loro figli che avevano denunciato. Sono passati trecento e più anni, ma l’animo umano non cambia. Le tradizioni uccidono ancora, come l’intransigenza religiosa e la stupidità criminale umana crocifigge ancora i propri simili.
Il Papa urla all’umanità di amarsi e lo venerano come una star, ma non lo seguono in quello che dice, perché parla un linguaggio difficile da mettere in atto, sebbene sia semplice, ma tocca l’interesse dell’uomo, che è quello di star bene in qualità di singolo, ma non ha reale interesse per la restante umanità.
Vergogna, vergogna: quante torture leggiamo al giorno d’oggi che non risparmiano neppure i bambini, eppure la “catastrofi” umane sono passate in silenzio; anche i morti che si accumulano nei vari stati quali Nigeria, Centro Africa, Siria, Somalia non valgono un gioco a quiz serale dove si possono vincere soldi o monete d’oro indovinando una parola, mentre quegli esseri umani coinvolti in catastrofi come i campi di raccolta tipo Yamanuk in Siria pagano il riso al mercato nero circa 70 dollari al chilo.
La belva umana  quando ha saziato il proprio istinto di sopravvivenza momentaneo non lascia spazio agli altri.
Mi vergogno sempre di più che non si metta freno a queste epidemie di fame, di sete, di paure, di stress, di malattie, cui si potrebbe rimediare.
Se dei ribelli o dei governativi non permettono di rifornire quelle gente che soffre, si impegni l’ONU o chi per essa a sbloccare la situazione; non fateci sempre leggere o vedere miserie umane che si possono evitare. Una cosa che manca a queste notizie circolanti sono le urla e le grida di questa gente che soffre, l’odore che i loro corpi martoriati o affetti da malattie emanano. Dovrebbero inventare questi modi di dare in pieno una notizia e non di vedere uomini con le mascherine per evitare o diminuire questi particolari che noi tutti provochiamo con la nostra avarizia e stupidità, e che fanno da piedistallo a tanti criminali politici e capi di governo da schifo.
Non bastano i volontari che talvolta ci lasciano la pelle, mandiamo a rotazione tutti quelli che stanno bene in quei posti anche se restano impietriti di quello che vedono e sentono, mandiamoli, facciamo queste leggi umanitarie e non affidiamo ai servizi sociali coloro che devono scontare una pena inflitta: mandiamoli in questi campi di raccolta umana, mandiamoli sui barconi malconci che attraversano il Mediterraneo per sapere cosa vuol dire attraversarlo non su navi da crociera, ma su carrette da demolire. E poi impariamo ad amare anche gli altri, tutti indistintamente.
Mi ha commosso quella mamma mussulmana cui è stato ucciso il figlio che è salita dove stavano impiccando l’uccisore, gli ha dato una sberla, ma gli ha tolto la corda dal collo. Brava, mamma! Non ti daranno il Nobel, ma hai dato una lezione di umanità a tutti noi, nella speranza che altri seguano la tua strada. Brava, mamma! Grazie della lezione pratica che ci hai dato: l’umanità esiste ancora e nella gente comune di tutti i giorni.

2) Il Centrafrica nella guerra civile: almeno 30 morti a Bangui, da fanpage.it

pubblicato il 1 febbraio 2014 alle ore 15:28 – Tutti i diritti riservati all’autore e alla testata
Centrafrica: sempre più nel gorgo della guerra civile. L’organizzazione umanitaria “Medici senza frontiere” sta provvedendo a fornire aiuti umanitari nei campi profughi allestiti a Bangui, la capitale del paese. Secondo le stime, almeno mezzo milione di sfollati si sono diretti nella città dopo i combattimenti settari scoppiati alla fine. Nigeria: attentato a stazione bus Abuja provoca almeno 70…
www.informazione.it/…/Nigeria-attentato-a-stazione-bus-Abuja-provoca-…‎
9 ore fa – Doppio attentato in Nigeria, si temono 200 vittime…  Attentato alla stazione degli autobus di Abuja nell’ora di punta, distrutti 30 veicoli… Circa 100 i morti, ma ci sono anche tanti feriti… Nigeria, attentato alla stazione del bus: oltre duecento morti… NIGERIA/ Settanta morti in un attentato nella capitale Abuja, del 2013. La situazione sta diventando sempre più incandescente.  A Bangui, la Croce rossa ha denunciato la morte di almeno 30 persone e il ferimento di altre 60 in tre giorni di scontri. L’annuncio è giunto pochi giorni dopo che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha accordato il mandato a una futura forza europea che aiuti gli africani e i francesi a ristabilire l’ordine nella Repubblica Centrafricana. Mentre la Croce Rossa si dice “estremamente preoccupata” per il degrado della situazione, sottolineando il “livello di violenze senza precedenti” raggiunto nel paese. I leader dell’Unione Africana riuniti ad Addis Abeba per un summit hanno lanciato un appello per evitare che il Centrafrica “sprofondi nell’abisso” e promuovere una campagna di aiuti a favore della missione di peacekeeping. Sabato 19 Aprile 2014

3) “I Cristiani che non si convertono all’Islam sono crocefissi”: Il racconto shock dalla SIRIA – 22/04/2014 da inTopic.it (tutti i diritti riservati all’autore e alla testata)

ROMA – Cristiani siriani crocefissi se rifiutano di abiurare la loro religione e di abbracciare l’Islam; jihadisti che giocano a pallone con le teste delle loro vittime fra cui dei bambini. A denunciarlo è una suora siriana in un’intervista a Radio Vaticana in francese, in cui racconta di atrocità commesse dai ribelli jihadisti nelle città e nei villaggi da loro occupati nel conflitto siriano.
«Nelle città o nei villaggi occupati dagli uomini armati – si legge nell’intervista di suor Raghida, che vive in Francia -, i jihadisti e tutti i gruppi musulmani estremisti propongono ai cristiani la ‘shahadà (la professione di fede musulmana, ndr) oppure la morte. Alcune volte chiedono solo un riscatto, e in questi casi si offrono l’abiura, un riscatto o la morte. Ma è impossibile per loro rinnegare la loro fede, dunque subiscono il martirio. E si tratta di un martirio terribilmente disumano, di una violenza indicibile. Se volete degli esempi, a Maalula hanno crocefisso due ragazzi perché non hanno voluto recitare la shahada.
Allora (i jihadisti) hanno detto “allora voi volete morire come il vostro maestro nel quale voi credete? A voi la scelta: o recitate l’abiura, oppure sarete crocefissi”. Uno è stato crocefisso davanti al suo papà, che poi è stato ucciso a sua volta. È successo, per esempio ad Abra, nella zona industriale, alla periferia di Damasco: appena entrati in città, – aggiunge Raghida – hanno cominciato a uccidere gli uomini, le donne e i bambini. E dopo il massacro, prendevano le teste e ci giocavano a calcio. Per quanto riguarda le donne incinte, prendevano i loro feti e li impiccavano agli alberi con i cordoni ombelicali. Per fortuna la speranza e la vita sono più forti della morte».
Nessun commento a questa ennesima violenza contro l’umanità. Bambini uccisi per la loro fede. E quei disgraziati che uccidono si divertono a giocare con le teste dei giustiziati. Perché non si fanno vedere questi video, si offende qualche anima che trema agli shock che gli altri subiscono in silenzio lontano da noi? O non si devono turbare i giochi televisivi, le partite di calcio e altro?
Siamo proprio un mondo di ipocriti, senza scrupoli. Certo se hanno crocefisso il Figlio di  Dio, cosa ci si può aspettare da questa umanità se non quello che è successo a Sodoma e Gomorra o il diluvio universale? Sono poi tanto lontani questi tempi del passato?
4) La Laogai Research FoundationItalia Onlus
La Laogai Research Foundation U.S.A. Note legali. COSA SONO I LAOGAI?
Chi è Harry Wu? Cosa significa la parola Laogai?Quanti sono i Laogai? Cosa è il Laojiao? Cosa si intende per lavaggio del cervello? Qual è l’impatto economico dei Laogai? Quali sono le condizioni di vita nei Laogai? Che si può fare? (tutti i diritti riservati all’autore e alla testata)
CINA: Politica discriminatoria contro i bambini dei lavoratori migranti. Milioni di bambini non sono scolarizzati – 20/04/2014
Secondo un rapporto della HRC (Human Rightsin Cina), la più importante delle organizzazioni di difesa dei diritti umani che si occupa della Cina, viene rivelato come le regole restrittive imposte dal governo per il controllo della migrazione interna abbiano un impatto drammatico sulla situazione di milioni di bambini.
I lavoratori migranti che si muovono per le città a cercare lavoro nelle fabbriche sono spesso trattati come intrusi sgraditi e di avere poco accesso ai servizi pubblici come l’istruzione, assistenza sanitaria, ecc rispetto a coloro che sono nati lì.
Dati rilasciati dal National Bureau of Statistics riportano che il salario medio di un migrante è di 1.600 yuan al mese (circa 199 euro), oltre mille yuan in meno di un lavoratore residente. Un migrante lavora in media 11 ore al giorno, 26 giorni al mese. Al 79 per cento dei migranti non vengono pagati gli straordinari, molto spesso neanche gli stipendi.
A causa della complessa legislazione cinese, i migranti sono di fatto cittadini di serie B. Secondo un’indagine del 2004, solo il 12,5 per cento di loro lavora con un regolare contratto di lavoro, solo il 12,9 per cento ha un’assicurazione sugli infortuni. Secondo un’altra del 2011, meno del 30 per cento può accedere alla sanità.
I media ufficiali riferiscono che in Cina ci sono circa 20 milioni di bambini sotto i 14 anni di età che hanno seguito i loro genitori migranti-lavoratori nelle città, citando dati del Fondo dei Bambini e Adolescenti Cinese
Gruppi dei diritti umani rivelano che spesso ai bambini migranti viene impedito di frequentare la scuola o sostenere gli esami nelle città dove lavorano i genitori e spesso finiscono per essere sfruttati come mano d’opera minorile.
In virtù dell’HUKOU, il dispositivo di registrazione del domicilio familiare,ogni persona è obbligata a essere registrata in un luogo di residenza specifico, e solo le istituzioni locali dell’HOKOU da cui proviene il bambino sono incaricate di assicurargli gli anni di scuola dell’obbligo stabiliti dalla legge.
I bambini rurali nelle città, condizioni di vita
Nel 2007 il numero dei figli di lavoratori migranti nelle città cinesi si aggirava intorno ai 20 milioni, anche se è da tenere a mente che una piccola percentuale di figli di migranti è registrata, vale a dire solo ed esclusivamente coloro che sono nati nelle città.
La volontà da parte di molte famiglie di non lasciare le città, infine, fa pensare ad un loro continuo aumento.
I figli dei migranti sono ancora considerati “stranieri” nelle città e discriminati in vari aspetti della società.
Vivendo nelle città più importanti e più ricche in questo modo vengono privati, dalle istituzioni locali, del loro diritto all’educazione, con il pretesto che non sono in possesso dei documenti necessari.
La popolazione migrante in Cina si aggira tra i 150/200 milioni.
Pechino permette al sistema scolastico di escludere i figli dei lavoratori migranti dalle loro scuole, imponendo loro delle tasse scolastiche più elevate di quelle dei bambini residenti nelle città.
Queste misure discriminanti hanno una loro logica: le autorità cittadine cercano di dissuadere i lavoratori temporali con famiglia a carico dall’ insediarsi nelle città dove lavorano.
I bambini che sono relegati in scuole di seconda classe (private) ricevono in ogni caso un basso livello di educazione, vista la mancanza di risorse economiche e insegnanti qualificati. Sono spesso strutture pericolose, le classi sono sovraffollate, gli insegnanti sono dequalificati e mancano di materiale didattico. Non stupisce quindi che, mentre la media nazionale di iscrizioni all’università sia in aumento, la proporzione di studenti universitari migranti diminuisce.
La separazione sociale, geografica e culturale a cui sono sottoposti i bambini migranti nelle città favorisce il fatto di renderli scarsamente fiduciosi in se stessi, depressi, vittime di crimini o candidati a entrare nel giro della delinquenza, rispetto ai bambini residenti.
I principali ostacoli alla loro educazione vanno ricercati in vari atteggiamenti del governo cinese.
La parte del bilancio dello Stato riservata all’educazione è estremamente bassa (circa 4% del PIL, fonte Stato e Potenza, 2013): si tratta di uno dei tassi più bassi dei Paesi emergenti.  Per fare un confronto, secondo i dati Eurostat (2005), l’Italia, con una spesa per l’istruzione pari al 4,4% del PIL, si situava al 21° posto tra i paesi UE, subito dopo la Bulgaria (4,5%).
Il governo ha la tendenza a presentare questi bambini come un peso supplementare per i servizi scolastici municipali.
Le autorità locali favoriscono i migranti più agiati e più istruiti a stabilirsi in alcune città, offrendo posti nelle scuole per i loro figli e altri incentivi. Per cui, chi ha impieghi più remunerati (uomini di affari, investitori), può usufruire di sovvenzioni per il pagamento delle tasse scolastiche.
Le file dei discriminati, dei disagiati, dei senza identità sono ingrossate dal gran numero (imprecisato e imprecisabile) di cinesi-fantasma, persone che sono sfuggite alle stragi perpetrate dalla politica del figlio unico.
Costoro, non essendo registrati all’anagrafe, non hanno nome, né capacità giuridica, sono dei “nessuno”. Se i diritti fondamentali di libertà non sono garantiti ai cittadini normali, è facile immaginare cosa può accadere a questi disperati se si imbattono in qualche controllo della polizia.
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Gianni Taeshin Da Valle, Laogai Research Foundation,19/04/2014
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5) Più di un milione di persone è sfollato a causa del conflitto nel Sud del Sudan.
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Secondo l’Unicef, decine di migliaia di persone fuggite la scorsa settimana dalle violenze etniche mirate a Bentiu, ricevono un solo litro di acqua potabile al giorno nella base delle Nazioni Unite, disperatamente sovraffollata. Per l’Unicef questo afflusso – più di 10.000 persone arrivate la scorsa settimana, che portano la popolazione del sito della Missione di Protezione dei Civili delle Nazioni Unite a circa 23.000 persone – unito alla continua insicurezza e all’inizio della stagione delle piogge – ha creato una pressione insostenibile sulla risposta di emergenza. (da inTopic.it – Tutti i diritti riservati all’autore e alle testate). Testo proveniente dalla pagina http://it.radiovaticana.va/articolo.asp?c=792999 del sito Radio Vaticana (diritti riservati all’autore e alla testata) 23 aprile 2014 – ore 06:59
6) I massacri etnici in Sudan del sud, da inTOPIC.it
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Tutta l’Africa esplode per i conflitti di religione e razza. Dov’è l’ONU?
Quando lo scorso fine settimana Toby Lanzer, alto funzionario dell’ONU per le questioni umanitarie nel Sudan del sud, è entrato a Bentiu, una città petrolifera nella zona nord del paese, dentro alla moschea e dentro all’ospedale ha trovato “mucchi e mucchi di cadaveri” abbandonati gli uni sugli altri, uccisi dai ribelli antigovernativi che erano arrivati in città qualche giorno prima. I ribelli non hanno ucciso a caso. Sono entrati nella moschea dove i civili cercavano rifugio e hanno ucciso gli uomini e le donne di etnia Nuer, perché, secondo un comunicato emesso dall’ONU lunedì, non erano usciti a festeggiare l’ingresso dei ribelli a Bentiu, appena conquistata.
7) “I recenti scontri tra forze governative e i ribelli Kachin (Kia) con il conseguente spostamento di migliaia di persone, tra cui circa un migliaio di minori, ha aumentato in modo significativo il rischio che bambini e adolescenti vengano assunti nelle forze di combattimento o cadano vittime delle mine”: lo denuncia Bertrand Bainvel, rappresentante Unicef in Myanmar Birmania (tutti i diritti riservati agli autori e alle testate) 24/04/2014.www.intopic.it/notizia/6410086/‎)
“I combattimenti e lo spostamento delle famiglie aumentano i rischi per la salute dei bambini, inoltre, lo Stato Kachin e Shan settentrionale, sono tra le aree con maggior presenza di mine. Gli ordigni antiuomo abbandonati o piazzati intenzionalmente – osserva l’agenzia – continuano a causare vittime tra la popolazione, bambini compresi, così come ad ostacolare l’arrivo degli aiuti umanitari per far soffrire di più chi è già in miseria per la fuga dalla propria abitazione ed il rifugio in campi di raccolta dove lo spettro principale sono la fame, la sete e le malattie”.
È come una campana funebre che con i suoi rintocchi ci avvisa che molti umani adulti e bambini stanno morendo, si avviano verso una catastrofe senza fine, ma chi ci guadagna sono sempre quei trafficanti di armi che non hanno scrupolo di vendere a chiunque armi di distruzione: l’importanza è la condanna dell’umanità. Il denaro, i soldi, mammona. Ed anche le mine posate intenzionalmente per uccidere o rendere disabili adulti e bambini, che ignari fuggono dai luoghi della guerra … Ma chi produce le mine e le introduce nei singoli stati smontate e rese operative nei luoghi della guerra è un criminale del traffico sporco e lurido della guerra, che intenzionalmente vuole massacrare civili e bambini che ignari percorrono piste di fuga sconosciute.
I 18.000 bambini e quanti adulti che muoiono ogni giorno di fame ed altre calamità non fermano i divertimenti degli altri umani che girano per le città impettiti e con abiti firmati per dimostrare che valgono. Povera umanità, destinata a soccombere a quelle timide reazioni più spesso singole di persone che si ribellano a questo modo di pensare e lo dimostrano coi fatti. Ricordo ancora quella mamma che toglie la corda dal collo dell’uomo che ha ucciso suo figlio. La vera umanità è questa. È uno schiaffo in faccia a tutti quei criminali capitalisti dei vari traffici illeciti e a coloro che non si muovono e stanno a guardare, poi dormono il sonno che non è un sonno dei giusti, ma dei criminali veri e propri per inedia e inumanità e troppi di noi siamo inerti contro le guerre degli altri o come li chiama quel Dante Alighieri “ignavi”.
Canto 3 – Inferno:
“E fu allora che capii con certezza
che quello era il partito degli ignavi,
spiacenti a Dio e ai suoi nemici.”