Non si vorrebbe scrivere sulle violenze sessuali e di altro tipo che emergono ogni tanto e forse, anzi sicuramente, sono inferiori a quelle che succedono quotidianamente, ma non sono scritte, perché la gente ha paura delle autorità e istituzioni e non crede nella propria tutela se ci si espone troppo.
Ad esempio in una nota città piemontese:
– Una maestra di una rinomata scuola elementare spennella sulla faccia di un bambino di prima elementare della colla in stick; la maestra di supporto minaccia di fare altrettanto allo stesso bambino.
– Sempre nella stessa classe, una bambina cade in un teatro dal balconcino del piano di sopra, per fortuna senza farsi male. L’insegnante commenta: «Ben ti sta; sei caduta come un sacco di patate!» e la diffida dal parlarne con i genitori per evitare ulteriori rimproveri.
– Un altro bambino di 5 anni e mezzo, sempre nella stessa classe, piange perché gli si è slacciata la scarpa e la maestra gli dice che non ha tempo di allacciare la scarpa ad “un moccioso” come lui e che lo farà eventualmente alla fine della lezione, se ha tempo.
A dispetto di ripetuti comportamenti analoghi, ivi inclusa l’abitudine di sbattere violentemente le forbici sulla cattedra e la regolare sottrazione dei giochi ai bambini i cui genitori osano lamentarsi con la direzione, l’insegnante resta al suo posto.
Altri esempi sono ormai coperti dalla polvere de tempo, ma quei bambini non avranno delle conseguenze psicologiche derivanti da quei maltrattamenti da parte di insegnanti che dovrebbero anche accudirli, ammesso che li educhino almeno verbalmente se non con l’esempio?
L’Unicef ogni anno ci dà il quadro dell’andamento sociale dei bambini di ogni luogo e cerca di sensibilizzare tutti a trattare i bambini secondo la loro convenzione sottoscritta, ma molte volte non applicata, dagli stati per centomila motivi.
Quei bambini crescono e porteranno con loro le proprie ferite psicologiche che poi trasformeranno in comportamenti anche antisociali; magari verranno puniti per colpa di quegli insegnanti poco professionali e poco umani e soprattutto discriminanti.
Una notizia, consolante a metà, è il ritrovamento di un bimbo appena nato in un cassonetto, non in Nigeria, ma a Bologna (Italia). C’è ancora quel qualcuno che è pronto a soccorrere chi ha bisogno e necessità di cure; quel qualcuno l’ha fatto senza strombazzare e senza farsi intervistare secondo la moda politica. Bene: grazie, mille grazie a quel qualcuno. Presumo che ci sarà un altro Qualcuno che lo ringrazierà a tempo debito.
Perché non si fa una statistica dei bimbi salvati dal cassonetto e la si distribuisce alle scuole perché possono comprendere la nostra umanità ancora criminale, ma che è controbilanciata da atti isolati di vera umanità?
1)        India, bambina di 7 anni violentata a scuola
inTOPIC.it 15/01/2013 (tutti i diritti riservati alla testata ed all’autore)
 Caccia all’aggressore, un 20enne, sulla base dell’identikit fornito dalla vittima.
 – Ancora un episodio di violenza contro le donne in India. Una bimba di 7 anni è stata violentata da un uomo di 20 nel bagno della scuola a Vasco, nello Stato di Goa. La polizia ha arrestato per ora la direttrice dell’istituto per aver ritardato la denuncia. Da quando a dicembre un brutale stupro su un bus si è concluso con la morte di una 23enne, i media hanno cominciato a riportare i numerosi casi di abusi che avvengono in tutto il Paese.
La bambina sarebbe stata attirata con uno stratagemma durante l’intervallo mattutino nel bagno delle ragazze, che si trova vicino all’ufficio della direttrice, e poi violentata dal ragazzo. Poco dopo la piccola si è lamentata con un’insegnante di avere dolori al basso ventre, per cui è stato richiesto l’intervento dei familiari, che sono così venuti a conoscenza di quanto era accaduto. Due medici dell’ospedale cittadino dove la bambina è stata esaminata in serata hanno confermato la violenza sessuale.
Intanto, non appena la notizia si è diffusa a Vasco, decine di persone si sono riunite per protestare davanti alla scuola, impedendo per ore l’uscita del personale insegnante, che è poi stato scortato a casa dagli agenti. Una squadra speciale sta ricercando il responsabile dello stupro sulla base di un identikit preparato grazie alle informazioni fornite dalla vittima.
Sempre in India una donna di 45 anni è stata trovata con segni di violenze sessuali subite da più persone in una piantagione di mango nello stato di Bihar e trovata impiccata col suo stesso sari.
2)        14/01/2013 Scuola bombardata, nuova strage di bambini in Siria
L’UNICEF condanna l’assassinio di 29 studenti e un insegnante, avvenuto ieri in una scuola di un campo profughi presso Damasco a causa del bombardamento a colpi di mortaio che i mezzi d’informazione governativi hanno attribuito a “terroristi” (definizione normalmente usata dal regime per indicare i ribelli armati).
«Dall’inizio delle violenze in Siria», ha dichiarato la direttrice dell’UNICEF per il Medio Oriente, l’italiana Maria Calivis, in un comunicato inviato all’ANSA «le scuole sono state saccheggiate, devastate e bruciate. Questo è inaccettabile. Le scuole sono, e devono rimanere, zone di pace.»
«L’UNICEF», ha aggiunto la responsabile regionale dell’organizzazione, «rinnova il suo appello a tutte le parti in conflitto perché rispettino i loro obblighi nell’osservanza della legge umanitaria internazionale e assicurino che tutti i bambini siano protetti in qualsiasi momento.»
Il bombardamento, secondo l’organizzazione Human Rights Watch, ha colpito una scuola nella provincia di Damasco nel campo profughi di Wafedin, che ospita circa 25.000 sfollati provenienti dalla regione delle alture del Golan. (14/01/2013 Unicef, diritti riservati alla testata)
3)        Neonata in un cassonetto a Bologna; é grave
19 gennaio, 14:11
 uiamteam.forumcommunity.net/?t=53517338(tutti i diritti riservati all’autore ed alla testata)
BOLOGNA – Una neonata é stata trovata, viva, dentro un cassonetto dell’immondizia in via Carbonara, un vicoletto nel centro storico di Bologna. La piccola, una femmina di pelle bianca, era avvolta in una sorta di sacchetto ed é stata portata in gravi condizioni all’ospedale Sant’Orsola. A chiamare i soccorsi é stato un passante, che ha sentito dei lamenti provenire dal cassonetto. L’uomo pensava che si trattasse di un gattino, ha spiegato alla polizia, poi con l’aiuto di un altro passante ha guardato nel bidone e ha scoperto la piccina. La neonata è stata raccolta e portata in un vicino garage fino all’arrivo dell’ambulanza.
La polizia ha avviato subito le ricerche per trovare la madre. Del fatto si sta occupando la squadra Mobile. È stato avvisato anche il PM di turno, che aprirà un fascicolo d’inchiesta per abbandono di minore, mentre per valutare altri reati bisognerà attendere di conoscere le condizioni di salute della bambina. La piccola era dentro una sorta di sacca chiusa con una cerniera, avvolta in coperte e altri stracci, sporchi di sangue. Le sue condizioni hanno fatto ritenere che fosse stata partorita da pochissimo. Per questo gli agenti hanno iniziato a perlustrare le viuzze circostanti. Il cassonetto si trova in via Carbonara, un vicoletto a pochi passi dalla sede della Caritas, in via Sant’Alò, e dal cancello posteriore della Curia. Ci sono diverse telecamere nella zona.
4)        “IO COME TU” L’AZIONE DELL’UNICEF (tutti i diritti riservati all’autore e testata)
L’ultimo rapporto annuale dell’UNICEF sulla condizione dell’infanzia nel mondo
“Adolescenza. Il tempo delle opportunità” riporta che 33 milioni di bambini piccoli e
di giovani al di sotto dei 20 anni sono emigrati. Sempre nel rapporto si legge che le cifre
contenute nel Database delle migrazioni mondiali delle Nazioni Unite mostrano che nei paesi
industrializzati gli adolescenti di età compresa tra i 10 e i 19 anni incidono per circa il 53 per
cento sui migranti internazionali sotto i 20 anni. I bambini e gli adolescenti, soprattutto quelli
privi di documenti o separati dalle famiglie, sono particolarmente esposti alle violazioni dei
diritti umani. Una delle preoccupazioni principali è che i bambini e gli adolescenti che
attraversano i confini possano non godere della stessa protezione e degli stessi diritti di quelli
che risiedono in un determinato Paese e, pertanto, essere esposti al rischio di essere invisibili, discriminati o sfruttati.
L’UNICEF Italia promuove a livello nazionale “Io come tu”, la Campagna per l’affermazione dell’uguaglianza dei diritti e l’eliminazione delle discriminazioni. “Io come tu” è una Campagna a favore dell’uguaglianza dei diritti di tutti i bambini e di tutti gli adolescenti di origine straniera che studiano, crescono e vivono in Italia e si rivolge alla società civile italiana affinché essa stessa si faccia promotrice della richiesta di una loro piena inclusione giuridica e sociale a beneficio non solo di loro stessi e delle loro famiglie, ma dell’intera collettività, poiché una società che si adopera per colmare le disparità sociali è una società che pone delle fondamenta salde per la propria crescita e per il proprio avvenire.
Kledi Kadiu, testimonial dell’UNICEF Italia, è il volto della Campagna. Sul sito www.unicef.it/iocometu si possono trovare tutte le informazioni relative alla Campagna e aderire.
La cifra dei bambini emigrati riportata da Unicef è impressionante: 33 milioni di bambini sono emigrati dai loro Paesi, con o senza i loro genitori, con o senza documenti. Pensiamo a quei bambini, ormai adulti di fatto, per la sopravvivenza durante le migrazioni e durante i primi momenti di vita in città straniere, che spesso sono menefreghiste, salvo qualche volontario o associazione speriamo tale che li accoglie e soprattutto non lo fa per interesse, ma per aiutare quell’umanità che non si aspetta niente da nessuno, ma che apprezza chi vuole loro bene e li fa stare alla meno peggio.
Il tutto, nonostante i milionari stipendi di politici e non, che hanno la faccia tosta di sorridere alla TV e ai media, fregandosene di questi bambini; le continue e assordanti scoperte di corruzione, di capitali ingoiati, emergono come fogne maleodoranti (che istituzioni legali cercano di scovare e di punire) che ammorbano e degradano la cosiddetta Italia.