Autore:
Dr. Giorgio Gagliardi

Titolo relazione:
IL SOGNO PREMONITORE: ANALISI PSICOFISIOLOGICA, PSICOLOGICA E BIOPSICOCIBERNETICA.
IL SUPERAMENTO DEGLI ATTUALI CONCETTI DI SPAZIO E DI TEMPO.

1. Premessa
2. Presupposti storici del sogno premonitore
3. Lo studio dello stato di coscienza modificato del sonno/sogno
4. Il programma biologico genetico del sonno/sogno
5. Ancora scoperte sui meccanismi del riposo
6. La premonizione come “output” (risposta) ordinario della mente/cervello
7. Ci sono basi neurofisiologiche del sogno premonitore?
8. Bibliografia consultata

1. Premessa

Per sogno premonitore s’intende comunemente una sequenza di immagini di eventi che succederanno in un futuro più o meno definito cronologicamente e spazialmente, che il cervello/mente riceve come dispercezione (non verosimilmente attraverso i sensi) durante il programma biologico che si attua nell’uomo ed è legato al ciclo giorno/notte.

Questo avviene quindi non nello stato di realtà o di veglia, ma durante lo stato modificato di coscienza che si alterna durante la notte e si chiama sonno/sogno. Questi due stati di coscienza (di realtà o di veglia da una parte e di sonno/sogno dall’altra) hanno centri di attivazione e di disattivazione differenti e tra loro antagonisti, per cui sono indipendenti l’uno dall’altro. I sistemi neuronali di stimolazione (input) che sono attivati durante la veglia sono bloccati durante il sonno o non sono ricevuti dai centri superiori che li dovrebbero analizzare.

Gli input che sopraggiungono per attivare il sonno/sogno insorgono quasi sempre da aree cerebrali proprie del programma biologico, e quindi genetico, di quello stato modificato di coscienza, che sono antagoniste di quelle preposte allo stato di veglia. Tale concetto si può spiegare con una metafora: durante il giorno l’uomo è attore, mentre durante il sonno/sogno è spettatore od osservatore di se stesso e di quei dati che i centri del sonno/sogno gli forniscono con una sequenza e modalità ben definite.

Il periodo del riposo dell’uomo corrisponde all’inizio col periodo dello stato ipnagogico, che precede i periodi propri del sonno e del sogno (chiamato anche sonno REM) che si alterano tra loro più volte per poi terminare nello stato ipnopompico che precede il risveglio, ovvero il riattivarsi dei centri dello stato di realtà, mentre si disattivano i centri del sonno/sogno.

Il sogno premonitore non è un sogno comune e non si può ancora stabilire, come per il sogno, se questo avviene nel periodo comunemente inteso come sogno oppure durante i vari periodi del sonno in cui si hanno pure dei sogni, oppure ancora durante quel brevissimo periodo in cui i quattro stadi del sonno raggiungono la loro fase terminale, che è l’innesco del sogno, ma si ha un avvicinamento allo stato di veglia, peraltro non avvertito, se non con comandi particolari (sogno lucido).

2. Presupposti storici del sogno premonitore

2.1 Le prime testimonianze

La prima testimonianza scritta del sogno premonitore è riportata in uno dei primi libri prodotti dal genere umano, l’Epopea di Gilgamesh, composta intorno al 2000 a.C. su tavolette di creta asciugata al sole e rinvenute nella biblioteca di Assurbanipal, a Ninive nel 1852. Gilgamesh sogna di incontrare Enkidu, con il quale dapprima ingaggia una lotta, ma poi, riconosciutane la forza, lo porta davanti alla madre e lo adotta come gemello. Quando Gilgamesh racconta questo sogno alla madre Ninsun, lei lo interpreta poiché è una dea sacerdotessa.

Presso i Sumeri, ed i Greci esistevano dei templi che disponevano di lunghi corridoi dove la gente poteva dormire e quindi sognava, ma i sacerdoti operavano durante la notte con dei suggerimenti continui, per cui la gente al mattino narrava ai medesimi sacerdoti i propri sogni che erano interpretati dai sacerdoti stessi. Anche nella mitologia nordica esistevano i sognatori e chi li interpretava.

2.2 Da Senofonte, Anabasi (nota 1) Un sogno raccontato dallo stesso Senofonte. Ateniese. nasce nel 430 a.C. Nel 402 sognò l’Asia. Dimenticata Atene, corse ad arruolarsi fra i mercenari che il tebano Prosseno andava radunando per sostenere la causa del principe Ciro, Cavaliere di ventura fra diecimila soldati di ventura, si mise agli ordini del generale spartano Clearco e raggiunse l’armata di Ciro in Mesopotamia. Qui, poco lontano dall’attuale Baghdad, i due eserciti fratricidi vennero a battaglia campale nell’autunno del 401. Coi suoi compagni si era battuto così valorosamente che quella sera tornò al campo convinto di aver vinto e solo l’indomani, giacché la sorte delle battaglie è ignota a chi le ha combattute, scoprì di aver perso. Qui cominciava davvero il suo viaggio, la tortuosa ritirata che doveva condurlo fino al mar Nero e da lì a casa. Alla fine in Grecia ritornò, solo per raccontare dove era stato.

2.2a Un incubo notturno (Anabasi, III, 1 11-13, nota 1)
Poiché lo scoraggiamento era diffuso, Senofonte si affliggeva assieme agli altri e non riusciva a dormire. Ma, preso sonno per qualche tempo, fece un sogno: gli parve che, scoppiato un tuono, un fulmine cadesse sulla casa di suo padre, e che essa ne finisse completamente bruciata. Si svegliò quindi all’improvviso in preda al panico, e da un lato pensava che il sogno fosse positivo, perché gli parve di vedere, mentre si trovava tra fatiche e pericoli, una grande luce inviata da Zeus; dall’altro, però, temeva – dato che il sogno gli sembrava inviato da Zeus sovrano, e gli sembrava che il fuoco ardesse tutto attorno – di non poter allontanarsi dalla terra del re, ma di essere circondato da ogni parte da qualche difficoltà.

L’interpretazione del sogno (Anabasi, III, 1 13-14)

Cosa mai significasse aver fatto tale sogno, è possibile argomentarlo dai fatti che accaddero dopo il sogno. Accadde, infatti, questo episodio: appena si svegliò, subito gli viene un pensiero: “Perché mai sto qui a dormire? La notte avanza: è evidente che i nemici arriveranno allo spuntare del giorno. Se poi cadremo nelle mani del re, cosa impedirà che finiamo uccisi di morte violenta, dopo aver visto ogni genere di atroce spettacolo ed aver subito le torture più terribili? Nessuno inoltre è preparato per difenderci, né se ne dà pensiero, anzi dormiamo come se fosse lecito rimanere tranquilli.

2.3 Due sogni rivelano il futuro di Falaride e Ciro (Cic.)

Eraclide del Ponto, discepolo di Platone, scrisse alla madre di Falaride che gli sembrò in sogno di vedere le statue degli dei, che lei stessa aveva consacrato in casa sua; tra questi sembrava che Mercurio versasse dalla coppa, che teneva con la mano destra, del sangue, che, quando toccava terra ribolliva a tal punto che tutta la casa grondava sangue. La crudeltà del disumano figlio confermò questo sogno della madre.

Nei libri persiani di Dinone è stato scritto “a Ciro che dormiva che il sole fosse ai suoi piedi, egli cercò invano di afferrarlo con le mani per tre volte, mentre il sole, facendo il suo giro, svaniva e si allontanava. I magi dissero, basandosi sul triplice tentativo di afferrare il sole, che Ciro avrebbe regnato per trent’anni, ciò che avvenne.”

2.4 Marco Tullio Cicerone, Della Divinazione,
Dal Libro primo (nota 1)

I 1 È un’opinione antica, risalente ai tempi leggendari che vi siano uomini dotati di una sorta di divinazione, cioè capaci di prevedere il futuro e di acquisirne la conoscenza! Siccome noi romani ci esprimiamo molto meglio dei greci, così anche a questa straordinaria dote i nostri antenati dettero un nome tratto dalle divinità, mentre i greci, come spiega Platone, derivarono il nome corrispondente dalla follia.
I 2 Non conosco, in verità, alcun popolo, che non creda che il futuro si manifesti con segni premonitori, e che esistano persone capaci di comprenderli e di spiegarli in anticipo.
I 3 E la Grecia inviò mai dei propri abitanti a fondar colonie in Eolia, in Ionia, in Asia, in Sicilia, in Italia senza aver prima consultato l’oracolo di Delfi o quello di Dodona o quello di Ammone?
III 5 Gli antichi, a mio parere, credettero alla verità della divinazione più perché impressionati dall’avverarsi delle profezie che per argomentazioni razionali. Ma quanto ai filosofi, sono stati raccolti i loro sottili ragionamenti per dimostrare che la divinazione corrisponde al vero. Tra essi Senofane di Colofone fu il solo che, pur credendo all’esistenza degli dèi, negò ogni fede nella divinazione. Invece il peripatetico Dicearco considerò veritieri soltanto i sogni e le profezie gridate in accessi di follia, negò fede a ogni altro genere di divinazione e il mio intimo amico Cratippo, egualmente credette a questi due tipi di profezie, ripudiò tutti gli altri.
III 6 Un uomo d’ingegno acutissimo, Crisippo, espose tutta la dottrina della divinazione in due libri, e poi in un altro libro trattò degli oracoli, in un altro ancora dei sogni.
XXII
Tarquinio il Superbo, egli stesso narra nel Bruto di Accio di un suo sogno.
44 “Dopo che, al cadere della notte, ebbi abbandonato il corpo al sonno, rilasciando nel sopore le membra stanche, mi apparve in sogno un pastore che spingeva verso di me un gregge lanoso di straordinaria bellezza; mi pareva che da quel gregge venissero scelti due arieti consanguinei e che io immolassi il più imponente dei due; poi il fratello dell’ucciso puntava le corna, si avventava per colpirmi e con quell’urto mi abbatteva. Io allora, prostrato a terra, gravemente ferito, alzavo supino gli occhi al cielo e vedevo un fatto immenso e straordinario: il disco fiammeggiante del sole, effondendo i suoi raggi, si dileguava verso destra invertendo il suo cammino nel cielo.”
45 Ebbene, vediamo quale fu l’interpretazione di quel sogno da parte degl’indovini: “O re, le cose che nella vita gli uomini sogliono fare, le cose che pensano, curano, vedono, e che da svegli compiono e alle quali s’affaccendano, non c’è da meravigliarsi se accadono a qualcuno in sogno; ma in una circostanza così straordinaria non senza motivo le visioni si presentano. Sta dunque attento, che colui che tu stimi sciocco al pari di una bestia, non abbia una mente munita di ingegno, al di sopra del gregge, e non ti sbalzi dal trono.”
XXIX
60 “Ma molti sogni son falsi.” Piuttosto, forse, sono per noi di difficile comprensione. Ma ammettiamo che ve ne siano di falsi: contro quelli veri che cosa diremo? E risulterebbero veri molto più spesso se ci disponessimo al sonno in perfette condizioni. Ora, ripieni di cibo e di vino, vediamo in sogno cose alterate e confuse. Rammenta le parole di Socrate nella Repubblica di Platone. Egli dice: “Poiché nel sonno quella parte dell’anima che appartiene alla sfera razionale è assopita e debole, quella invece in cui risiede un istinto ferino e una rozza violenza è abbrutita dal bere e dal cibo eccessivo, questa si sfrena e si esalta smoderatamente mentre dormiamo. Ad essa, perciò, si presentano visioni d’ogni genere, prive di senno e di ragionevolezza: si ha l’impressione di unirsi carnalmente con la propria madre o con qualsiasi altro essere umano o divino, spesso con una bestia; di trucidare addirittura qualcuno e di macchiarsi empiamente le mani di sangue; di fare molte altre cose impure e orrende, senza ritegno né pudore.
61 Ma chi, conducendo una vita e una dieta salubre e moderata, si lascia andare al sonno quando quella parte dell’anima che partecipa della ragione è attiva e vigorosa e saziata dal cibo dei buoni pensieri, e l’altra parte dell’anima che è alimentata dai piaceri non è né sfinita dalla fame né gravata da troppa sazietà (l’una e l’altra di queste due condizioni, o che l’organismo sia privo di qualcosa o che ne sovrabbondi, suole offuscare l’acutezza della mente), e infine anche la terza parte dell’anima, nella quale risiede l’ardore delle passioni, è calma e smorzata, – allora accadrà che, essendo tenute a freno le due parti intemperanti dell’anima, la terza parte, quella del senno e della ragionevolezza, rifulga e si disponga a sognare piena di vigore e di acume: quel tale, allora, avrà nel sonno apparizioni tranquille e veritiere.” Ho tradotto proprio le parole di Platone.
XI
27 Il genere naturale, invece, opinavi che fosse prodotto e, per così dire, prorompesse o dall’esaltazione della mente o dall’anima svincolata dai sensi e dalle preoccupazioni durante il sonno. Hai poi fatto derivare la divinazione in generale da tre principi: dalla divinità, dal fato, dalla natura. Ma, non riuscendo a spiegare nulla di tutto ciò, ti sei difeso adducendo una mirabile quantità di esempi immaginari.

2.5 Da “La via del sogno nella Bibbia” (nota 2)

-“Ma Iddio apparve di notte in sogno ad Abimelec e gli disse: “Ecco tu morirai a causa della donna che hai preso, perché essa è già sposata”. (Genesi, 20,3)
-“E sognò: gli apparve una scala, che, appoggiata sopra la terra, con la cima arrivava al cielo; e per essa gli angeli di Dio salivano e scendevano”. (Genesi 28, 12) È la famosa visione avuta da Giacobbe.
-“Ma Iddio apparve in sogno di notte a Labano, l’Arameo, e gli disse: “Guardati dal parlare a Giacobbe né in male né in bene”. (Genesi, 31, 24)
-“Ora Giuseppe fece un sogno e lo raccontò ai suoi fratelli. Egli disse loro: “State a sentire il sogno che ho fatto: noi eravamo in mezzo al campo a legare i covoni, quand’ecco il mio covone si alzò e stette ritto; i vostri covoni invece gli si misero intorno e s’inchinavano al mio…Fece poi un altro sogno e lo raccontò ai suoi fratelli, con queste parole: “Ecco, ho avuto un altro sogno: il sole e la luna e undici stelle s’inchinavano dinanzi a me”. Lo raccontò poi anche a suo padre (Giacobbe), come aveva fatto ai suoi fratelli” (Genesi, 37, 5-7),
-“Abbiamo fatto un sogno e non c’è chi lo sappia interpretare. E Giuseppe disse loro: “Le interpretazioni non appartengono a Dio? Deh, raccontami il sogno. E allora il capo coppiere raccontò il suo sogno a Giuseppe…”
(Genesi 40, 8-9). È il sogno del capo coppiere del Faraone.
-“Due anni dopo Faraone ebbe un sogno: gli pareva di essere in riva al Nilo; e dal fiume salivano sette vacche di bell’aspetto e grasse che si misero a pascolare nella giuncaia. Dopo di esse, altre sette vacche salire dal Nilo brutte e magre e si fermarono accanto alle prime sulla riva del fiume” (Genesi, 41, 1-3)
-“E (Dio) disse loro: “Ascoltate bene le mie parole: se vi è tra di voi un profeta, Io mi faccio conoscere a lui in visione, Io parlo con lui in sogno” (Numeri 12, 6).
-Ora gli anziani di Moab vennero da Baalam ed egli disse di restare quella notte per avere la risposta. Ora Dio venne da Baalam di notte (alcune versioni dicono in sogno) e gli disse di non andare con loro, né di maledire quel popolo perché è benedetto. E anche una delle notti successive (in sogno??) Dio disse nuovamente a Baalam di andare con gli inviati del re Moab, ma di fare solo quello che Lui gli dirà. (Numeri 22,8-20)
-“Gedeone sentì un tale che narrava al compagno un sogno e diceva: “Ebbi un sogno e mi pareva che un pane di orzo, cotto sotto la cenere, rotolasse nel campo di Madian. Arrivato alla tenda, la colpì ed essa si rovesciò a terra in disordine”. Il compagno gli rispose: “Questo non significa altro che la spada di Gedeone, figlio di Joas, l’israelita, nelle cui mani Dio ha dato Madian e tutto il suo esercito” (Giudici, 7, 13-14)
-“A Gabaon il Signore apparve di notte in sogno (a Salomone) e gli disse: “Chiedimi qualunque cosa vuoi Io ti dia”…Svegliatosi, Salomone comprese che era un sogno” (I Libro dei Re, 3, 4, 15)
-“…ma Tu m’atterrisci con sogni e con spettri mi spaventi” (Giobbe, 7, 14)
-“Dio parla in un modo e poi in un altro e l’uomo non se ne rende conto: in sogno, in visione notturna, quando il sonno discende sugli uomini” (Giobbe, 33, 14-15)
-“Nel secondo anno del suo regno Nabucodonosor ebbe un sogno che turbò il suo spirito al punto
di non lasciargli più prendere sonno… ” (Daniele, 2, 1 e ss)
Deuteronomio 13:1-5 Quando sorgerà in mezzo a te un profeta o un sognatore che ti annunzia un segno o un prodigio, e il segno o il prodigio di cui ti avrà parlato si compie, ed egli ti dice: «Andiamo dietro a dèi stranieri, che tu non hai mai conosciuto, e serviamoli», tu non darai retta alle parole di quel profeta o di quel sognatore, perché il SIGNORE, il vostro Dio, vi mette alla prova per sapere se amate il SIGNORE, il vostro Dio, con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra.

2.6 Nuovo Testamento: i sogni premonitori

– Ecco che a Giuseppe apparve in sogno un Angelo che gli disse: – Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere in sposa Maria, perché Quello che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Lei partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù (Matteo 1, 18).
– Un Angelo apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: -Alzati e fuggi in Egitto e resta là finché non ti avverto, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo (Matteo 2,13).
– Un Angelo apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse – Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va nel paese di Israele, perché sono morti coloro che insidiavano la vita del bambino (Matteo 2, 20).
 Giuseppe ebbe paura di Archelao al posto del padre Erode. Avvertito poi in sogno si ritirò nelle regioni della Galilea ed andò ad abitare a Nazareth (Matteo 2, 22).

2.7 Sogni premonitori attraverso i secoli

I sogni hanno ispirato anche importanti progressi scientifici. Il più celebre fra tutti è la scoperta della struttura molecolare del benzene da parte del chimico Kekulé, che in uno stato di dormiveglia vide gruppi di atomi di grandezze diverse contorcersi come serpenti. L’esatta natura della struttura del benzene sfuggiva finché una sera, quando si addormentò, il suo subconscio prese il sopravvento.

Kekulé afferma di aver smesso di scrivere e di assopirsi. Vide atomi che danzavano vorticosamente attorno a lui. Gli atomi poi hanno cominciato ad organizzarsi in lunghe file e a muoversi come un serpente. Mentre osservava la danza del serpente, vide un’immagine che aveva visto anni prima in un anello nel 1850: il serpente che divorava la propria coda.

Kekulé si svegliò come colpito da un fulmine. Si rese conto in un attimo che il problema su cui aveva lavorato per anni non era stata risolto attraverso lo studio, ma con un sogno.

2.8 Don Bosco ed i sogni premonitori

Don Bosco fece sogni premonitori dai 9 ai 70 anni. Le caratteristiche dei suoi sogni li differenziano in modo importante da altri sogni premonitori, in quanto non avevano necessità di essere interpretati, perché riguardavano eventi di morte dei suoi allievi o di guarigioni, di cui veniva indicata la data precisa dell’evento, oppure previsione di fatti occulti e futuri.

E ben vero che alcuni sogni premonitori di Don Bosco erano una metafora. Ma, a differenza di altri sogni premonitori laici, questi avevano una sequenza logica ed ordinata, ciò che nel sogno non c’è quasi mai; poi li narrava ai suoi allievi durante la preghiera serale oppure lo diceva solo all’interessato per dar modo a questi di prepararsi all’evento preannunciato.

In una sua descrizione di tali sogni si legge che lui stesso era molto semplice nell’esposizione dei medesimi e non assumeva mai toni tali da far cadere dall’alto quanto diceva; cioè non era un esaltato, ma un soggetto umile e che si diceva lui stesso “(…) inetto ed indegno come il falso profeta Baalam, che poi disse eventi veri agli Israeliti. Potrei essere anch’io come lui.” Quindi non abbandonò mai le cautele necessarie ad esternare i suoi “sogni”. La veridicità degli eventi corrispondenti ai sogni premonitori era un sostegno per la sua comunità e per una larga fascia della popolazione. Ricevette anche il consiglio del suo Superiore Papa Pio IX, che gli disse di scrivere i suoi sogni e di pure dirli a chi pensava fosse giusto riferire (nota 9).

Si riporta solo il primo sogno che Don Bosco ebbe all’età di nove anni: “Gesù e la Vergine gli preannunziano la sua missione: era vicino a casa sua in mezzo ad una moltitudine di ragazzi che si divertivano. Alcuni ridevano, altri invece bestemmiavano. Lui si scagliò in mezzo con pugni e parole per farli tacere. Gli apparve un uomo con una faccia luminosa che gli disse di mettersi a capo di quei ragazzi aggiungendo: “Non con le percosse, ma con la mansuetudine e la carità dovrai guadagnare questi tuoi amici. Parla loro della bruttezza del peccato e sulla preziosità della virtù.” Giovannino tutto confuso rispose che non lo sapeva fare. Improvvisamente risa, schiamazzi e bestemmie finirono ed I ragazzi si raccolsero attorno a Don Bosco. L’uomo luminoso gli ricordò che queste cose non erano possibili con l’obbedienza e con l’acquisto della scienza, e che Lui gli avrebbe dato un maestro, sotto la cui guida diventerà sapiente. Chiese quindi chi era e Lui gli rispose: Io sono il figlio di Colei che tua Madre ti insegnò a salutare tre volte al giorno. Io non posso parlare con la gente che non conosco e Quello gli rispose di domandare il suo nome alla mamma. In quel momento vide accanto a lui una Donna di aspetto maestoso che gli prese la mano e lo fece guardare attorno: tutti i ragazzi erano scomparsi; al loro posto c’erano capretti, cani, gatti, orsi ed altri animali. Ecco il tuo campo in cui dovrai lavorare, e vide che al posto degli animali feroci comparvero animali mansueti come gli agnelli che correvano intorno. Lui chiese alla Signora di spiegargli tutto perché non capiva e voleva capire e Lei mettendogli una mano sulla testa disse che a suo tempo avrebbe capito. Lui si svegliò con le mani dolenti per i pugni che aveva dato (nota 10).

2.9 Testi di parapsicologia

Numerosi sono pure i sogni premonitori riportati dai testi di parapsicologia (nota 11). È citato nel testo il racconto di una giovane donna rimasta vedova che, dopo due anni dal sogno premonitore, si decise a raccontare l’esperienza conturbante che aveva preceduto un evento mortale: aveva sognato il marito che era andato ad una partita di caccia ed era rimasto ucciso. Siccome era un sogno molto vivido, lo ricordò bene tutta impaurita e chiese al marito se aveva intenzione di andare a caccia, questo gli disse che non aveva in programma una uscita di quelle, oltre al resto la donna aveva paura a dirglielo. Dopo una quindicina di giorni il marito le disse che andava a caccia e lei fu presa dall’ansia di dirglielo o no, aveva paura, implorò anche il marito di non andare a caccia, ma lui la rassicurò che sarebbe stato prudente. Ma il marito fu ucciso dall’amico in un incidente simile a quello sognato.

3. Lo studio dello stato di coscienza modificato del sonno/sogno

Numerose sono state le ipotesi sia scientifiche sia psicologico/interpretative dei sogni, già avanzate da filosofi o cultori delle scienze delle varie epoche e con i mezzi che non andavano oltre l’osservazione e la descrizione dei medesimi e le ipotesi conseguenti, per cui il filone interpretativo ebbe il sopravvento sul filone scientifico fino a quando ci fu la strumentazione idonea ad indagare scientificamente il fenomeno, che però ha ancora alcune lacune soprattutto sul piano interpretativo e psicologico.

Per Cartesio nel 1637 il sonno/sogno rappresenta un luogo dell’irrazionale, delle illusioni; tuttavia queste non sono completamente avulse dalla realtà dell’uomo, che ha vissuto esperienze e poi le ha distorte nel sogno. Nel sogno infatti entrano esperienze recenti e passate come stimolo ambientale cui si aggiunge lo stimolo inconscio e quello proprio del programma biologico medesimo.

Secoli dopo (1900), Freud nell’interpretazione dei sogni parte proprio ancora da questi retaggi; dichiara però che la base da cui emergono i sogni avrebbe quasi sempre una connotazione sessuale, che però non si può esprimere così come si forma: allora sopravviene la coscienza o il censore che dà connotazioni differenti, distorte dalla forma contenuto originari. Queste teorie furono superate ed anche contestate, sebbene durante il sogno dell’umano si abbia l’erezione degli organi erettili.

Nel caso specifico dei sogni premonitori, la Dott.ssa Luise Rhine (1930) del Parapsychology Laboratory di Duke University scoprì che la maggior parte delle esperienze inusuali o paranormali avveniva durante il sogno, piuttosto che non nello stato di veglia, e con una percentuale del 60% della collezione del laboratorio. Suddivise poi questi sogni in

– Sogni realistici: quelli che rappresentavano realisticamente quello che sarebbe successo, e

– Sogni simbolici: quelli in cui l’evento è trasformato in un racconto fantasticato o metafora o informazione figurativa o drammatizzata, tale che richiede poi un’interpretazione (da cui in passato i sognatori e gli interpreti dei sogni).

Questa suddivisione binaria dei sogni premonitori è anche quella dei sogni comuni senza contenuto premonitore.

Nel 1953, Eugene Aserinsky scoprì la fase REM o sogno.

Nel 1976, J. Allan Hobson e Robert McCarley proposero una nuova teoria che cambiò radicalmente il sistema di ricerca, sfidando la precedente visione Freudiana dei sogni come desideri del subconscio che dovrebbero essere interpretati. La teoria di attivazione di sintesi asserisce che le esperienze sensitive sono fabbricate dalla corteccia cerebrale come un mezzo per interpretare i segnali caotici provenienti dalla zona bulbo pontina, da dove partirebbe lo stimolo del dormire.

Le ricerche di Hobson e McCarley nel 1976 suggerirono che i segnali interpretati come sogni hanno origine nel tronco del cervello durante la fase REM.

Comunque, la ricerca di Mark Solms suggerisce che i sogni sono generati nel romboencefalo, e che la fase REM e i sogni non sono direttamente correlati. Solms arrivò a queste conclusioni lavorando su soggetti ospedalizzati e con vari danni al cervello. Scoprì che chi aveva danni al lobo parietale avevano smesso di sognare; questa scoperta era in linea con la teoria di Hobson del 1977.

Mettendo assieme le ricerche di Hobson e Solms, la teoria della continual-activation del sognare di Jie Zhang propone che sognare è un risultato dell’attivazione del cervello e della sintesi allo stesso tempo, poiché il sogno e la fase REM del sonno sono controllati da differenti meccanismi celebrali. Zhang ipotizza che, durante la fase REM, la parte inconscia del cervello è occupata nell’elaborazione della memoria procedurale; nel frattempo, il grado di attività nella parte consapevole del cervello scenderà ad un livello molto basso, come i contributi dal sensorio, che risulterà fondamentalmente disconnesso. Questo spiega perché i sogni hanno ambo le caratteristiche della continuità (all’interno di un sogno) e cambi improvvisi (tra due sogni o nel sogno stesso).

Sulla scia di Aristotele e di vari testi mistici, Stephen La Berge della Stanford University ipotizzò un’interferenza o comunicazione tra i due programmi biologici attivati e disattivati da centri differenti e chiamò sogno lucido il sogno in cui si poteva intervenire con un meccanismo voluto e quindi non appartenente alla fisiologia del sogno: l’idea gli era stata suggerita nel 1970 da un monaco tibetano, che asseriva di poter mantenere vigile la coscienza durante il sonno.

Nel 1942 in Russia il Dottor Vasili Kasatkin iniziò a studiare i sogni dei ricoverati civili e militari in ospedale: registrava i sogni di chi moriva di fame e constatava che chi sognava di mangiare cibi succulenti, ma non riusciva ad assimilarli sempre nel sogno, dopo qualche giorno moriva. Allo stesso modo, chi sognava qualche metafora di una malattia, dopo poco tempo vedeva manifestarsi la malattia prevista.

Dunque c’era una prevalenza dei sogni premonitori di morte o malattia o quant’altro.

Scrisse un libro, “Teoria dei sogni”, sulla base di più di 10.000 sogni registrati e studiati nel suo laboratorio. Nel sogno si “afferma l’avvertimento di quanto succederà; si trasforma in un sogno vivido che indirettamente avverte il soggetto dell’approssimarsi dell’evento stesso.”

“Ritengo possibile la telepatia inconscia, sebbene non ci sono fatti che la dimostrano. In questo momento sono più impegnato coi sogni (premonitori) che possono salvare delle vite umane piuttosto che coi sogni che trasmettono notizie.” Dichiara anche: “il livello della nostra coscienza è dopo il raggiungimento della comunicazione telepatica al nostro subconscio.”

Voleva addestrare i medici a farsi descrivere dai loro pazienti i propri sogni premonitori per individuare se c’era qualche malattia in corso: un allarme rosso lanciato dalla nostra mente che si accendeva durante il dormire.

Nel 1950 Michel Jouvet dimostrò l’indipendenza reciproca dei centri che regolano il sonno ed il sogno.

Ma le teorie sul perché si sogna furono stravolte da Francis Crick e Graeme Mitchinson, che partirono dal presupposto di studiare una rete neurale che si trovava troppo carica di informazioni ricevute che si accavallavano. Un computer impazzirebbe e così anche il nostro cervello/mente deve essere selettivo nell’immagazzinare ed eliminare il sovrappiù, poiché quasi tutte le sinapsi delle reti neurali sono eccitatorie con conseguente instabilità bioelettrica; quindi la soluzione migliore è la disattivazione o il disapprendimento notturno di quanto si è diffuso lungo le reti neurali: i sogni sarebbero le “ombre fuggenti” di reti neurali che disfano quanto sovraccaricato durante la veglia.

Nel 1983, Crick e Mitchinson scrivono che “non si dovrebbe incoraggiare il tentativo di ricordare i sogni poiché in quei frangenti l’organismo tenta di eliminare strutture di pensiero che non servono.” Cadeva così la teoria di Freud e dell’interpretazione dei sogni.

Ma tutto questo doveva subire una radicale smentita: non si sogna solo durante il sogno, ma anche durante il sonno ed anche durante lo stato ipnagogico o pre-sonno. Come dire, voltiamo pagina e riscriviamo tutto daccapo (Bosinelli e Cicogna ed altri, 1991).

Ma già nelle prime edizioni del DSM (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) al paragrafo 307.47 è descritto il
-“Disturbo da incubo” e il “Disturbo da ansia collegato ai sogni”, in cui compaiono sogni terrificanti soprattutto durante il sonno REM, ma anche nel
“disturbo post-traumatico da stress” questi sogni /incubi si manifestano durante la fase 2 del sonno Non Rem. Il “disturbo da terrore nel sonno” con sogni e risvegli insorge durante lo stadio 3 e 4 del sonno Non Rem.

Quindi si può sognare da quando ci si addormenta a quando ci si sveglia, indipendentemente dal fatto che il ciclo sia sincronizzato o non sincronizzato.

La domanda, dopo tutte queste nuove acquisizioni scientifiche, è se si può prevedere o dedurre in quale periodo del dormire può avvenire un sogno premonitore.

4. Il programma biologico genetico del sonno/sogno

Gli esseri umani hanno una caratteristica genetica che li eleva al di sopra della fisiologia degli altri animali: la differenziazione evolutiva più raffinata è il ciclo circadiano del sonno/sogno e veglia sono programmi biologici ben definiti che si susseguono l’uno all’altro, ed il loro funzionamento ha un andamento particolare su tutte le funzioni dell’organismo, funzioni che sono in gran parte “automatiche” o neurovegetative e che seguono appunto un loro ritmo.

Il significato ancora non è ben chiaro, tant’è vero che le teorie sul sonno/sogno sono molte ed in contraddizione le une con le altre. Si conoscono però le varie fasi che staccano il soggetto dallo stato di coscienza della veglia per immergerlo fase su fase nel presonno o stato ipnagogico, sonno, sogno, fino a ritornare allo stato di veglia o stato ordinario di realtà.

Non è stato chiarito se quest’orologio interno che scandisce la variazione di programma è dovuto al cambiamento dell’ambiente, o ad esigenze metaboliche in particolare del cervello, o se è programmato per il secondo, ma risente anche del secondo.

Si sa che esiste un sonno base per molti animali, e persino insetti, ed anche per l’uomo nella prima fase dell’accrescimento uterino, che è:

– il sonno sismico, ovvero sonno a scosse, che non dipende (sembrerebbe) da un particolare programma interno, ma da influenze dell’ambiente esterno.

Poi nell’uomo si vanno differenziando:

– le due fasi principali del sonno/sogno, che sono appunto:

• il sonno o sonno ad onde lente o non-REM e
• sogno o sonno desincronizzato o sonno REM

Quest’ultimo è una fase in cui si ha la successione di immagini mentali che caratterizzano il sogno, ovvero l’uomo visualizza se stesso come attore o partecipe alle sequenze allucinatorie, che dispercepisce con movimenti, ambienti ed altro.

Queste due fasi si succedono per cinque o sei volte nel periodo di riposo ed il sogno diventa sempre più lungo fino a raggiungere il periodo più lungo nel sogno prima della veglia.

4.1 Le fasi del sonno e del sogno: ovvero la fase non-REM o a onde lente e la fase REM o a onde rapide

L’uomo, come molti altri esseri viventi, ha incorporati dei ritmi di funzionamento di molte sue funzioni, soprattutto autonome.

Tali ritmi hanno diversi cicli temporali, a seconda delle funzioni che sono attivate.

I ritmi principali sono detti circadiani, ovvero seguono il ritmo del giorno-notte, ma esistono altri ritmi come quelli ultradiani che si attivano più volte nell’arco della giornata.

I ritmi ultradiani cambiano ogni 90’ e dipendono dalla prevalenza emisferica destra, ovvero dal sistema emozionale, o sinistra, ovvero sistema razionale; questi due sistemi si attivano e disattivano anche durante il sonno/sogno con gli stessi tempi. Il sistema emozionale prevale nel sogno o sonno REM, mentre il sistema razionale prevale nel sonno e le funzioni neurovegetative e contrali si adeguano a seconda della prevalenza emisferica.

Un altro fattore importante è l’ambiente in cui si è immessi: sono stati studiati i ritmi circadiani negli ambienti confinati, come le grotte profonde, e si è constatato un raddoppiamenti dei tempi normali, cioè come se un giorno corrispondesse a 48 ore.

4.2 Lo studio del sonno è abbastanza recente

Nel 1936 si scoprì che l’EEG presentava notevoli variazioni durante il sonno. Infatti, si alternavano delle onde ampie lente ad onde rapide e di basso voltaggio, simili a quelle della veglia e si chiamò il primo caso ritmo ad onde lente ed il secondo ritmo desincronizzato (cioè ritmo beta, come nella veglia).

Nel 1953 si scoprì che nel sogno c’erano onde frequenti e a basso voltaggio, gli occhi dei soggetti si muovevano, al di sotto delle palpebre, con movimenti rapidi (Rapid Eye Movements). Questa fase del riposo, e cioè il sogno, prese il nome di sonno REM.

Nel 1962 venne fatta un’altra scoperta relativa al sonno REM. In questa fase, infatti, si notava un blocco dell’attività motoria prevalentemente dei muscoli facciali. Durante una notte di sonno (che precede il sogno o sonno REM) l’EEG di un soggetto mostra 5 stadi differenti che si alternano più volte e con tempi differenti:

stadio 0: la fase della veglia tranquilla. In una situazione di tranquillità e rilassamento, il tracciato EEG di un soggetto con le palpebre abbassate mostrerà onde a bassa ampiezza ed alta frequenza che denotano la veglia, che verranno interrotte dalle cosiddette “onde alfa” più ampie e più lente; tale stadio è anche chiamato stato ipnagogico, in cui si manifestano immagini mentali, che si riconoscono per tali.

stadio 1: il soggetto si sta addormentando, è nella fase di dormiveglia. Le onde sono a bassa ampiezza e alta frequenza. Viene mantenuto il tono muscolare e gli occhi presentano movimenti lenti.

stadio 2: questo stadio è detto anche sonno medio. È caratterizzato da un abbassamento della frequenza e da leggero incremento dell’ampiezza delle onde e dalla presenza dei cosiddetti “complessi K”. I complessi K presentano un cambiamento di direzione verso l’alto, seguito da una deflessione verso il basso dell’onda. Essi vengono anche chiamati per la loro forma “fusi del sonno”.

stadio 3: questa fase del sonno si caratterizza per la presenza delle “onde delta”, le onde più lente. Le onde delta sono presenti in una percentuale che varia dal 20 al 50 per cento. È un sonno molto profondo dal quale è difficile risvegliarsi.

stadio 4: questa è la fase più profonda del sonno. Le onde delta sono presenti in una percentuale che supera il 50 per cento. Dopo aver passato qualche minuto nello stadio 4 il tracciato dell’EEG mostra un percorso inverso.

I soggetti tornano infatti alla fase 3, alla 2 e alla 1.

Quest’ultimo stadio è però diverso dallo stadio 1 sopradescritto (stadio 1 iniziale). È infatti, caratterizzato dai rapidi movimenti oculari (REM) e da perdita del tono muscolare (stadio 1 emergente o sonno REM). Un ciclo di sonno che va dall’inizio dello stadio 1 iniziale all’inizio dello stadio 1 emergente ha la durata di 90 minuti. Ogni ciclo dura circa 90 minuti, ma all’interno di ciascun ciclo la durata degli stadi è variabile. Durante la notte i cicli presentano una maggior durata dello stadio 1 emergente e una minor durata degli stadi 3 e 4 (chiamati anche sonno delta).

Il sonno dell’adulto: la prima fase è di “sonno lento’; prima leggero, poi sempre più profondo, e dura da settanta a novanta minuti. Poi si entra nella fase di sonno REM, quella “chiamata “dei sogni” (il tracciato encefalografico risulta molto simile a quello di un soggetto sveglio); si potrebbe quasi dire che il corpo, ad eccezione di qualche muscolo del viso e degli occhi, sia “scollegato” dal cervello.

La prima fase di sonno REM è breve (circa 12 minuti); poi c’è una fase di sonno “lento” (settanta/novanta minuti). Man mano che trascorre la notte, le fasi di sonno REM si allungano e il sonno “lento” diventa sempre meno profondo. Queste fasi si rinnovano ogni due ore.

A volte tra le due fasi c’è un breve risveglio di cui non ci si accorge nemmeno, ma che rappresenta una “zona fragile” in quanto basta una leggera stimolazione per svegliarsi.

Il sonno REM rappresenta il 20/25% del totale.

Il risveglio arriva quasi sempre dopo una fase REM ed è stato chiamato stato o stadio ipnopompico.

4.3 Il sonno REM e il sogno

Il sonno REM viene definito anche “sonno paradosso”, in quanto in un organismo profondamente addormentato l’attività della corteccia cerebrale è simile a quella della veglia.

Il consumo di ossigeno nel cervello cresce, aumenta il ritmo respiratorio e la pressione cardiaca, il battito cardiaco è meno regolare. Nonostante la mancanza di tono muscolare, possono esserci delle contrazioni al livello delle estremità del corpo. Tutte queste caratteristiche hanno fatto pensare al sonno REM come legato ad eventi emozionali. Proprio sulla base di queste ipotesi sono stati fatti i primi esperimenti per indagare la relazione tra sonno REM e sogni.

5. Ancora scoperte sui meccanismi del riposo

Secondo John Searle, benché il cervello causi gli stati di coscienza, qualsiasi identificazione di tali stati con le attività cerebrali è errata.

Un approccio neurobiologico riduzionista può, al massimo, giungere a trovare “correlazioni” tra stati soggettivi e stati cerebrali, che possono essere in relazione di causalità, ma non di identità. Secondo Searle siamo coscienti esclusivamente della realtà, che giunge alla nostra consapevolezza, sebbene sia il substrato neurobiologico a causare questa consapevolezza.

Grazie ai lavori sul processo onirico effettuati da Solms (1995, 1997) e da Kaplan-Solms (2000), oggi sappiamo che il sonno REM e l’attività onirica appartengono a differenti strutture anatomiche e che i meccanismi fondamentali del sognare non sono regolati dalle strutture cerebrali profonde del tronco encefalico, le quali invece regolano i meccanismi fisiologici del sonno REM, ma da aree del cervello anteriore ed in particolare della parte inferiore dei lobi parietali e di quella medio-basale dei lobi frontali.

Le strutture anatomiche del cervello anteriore interessate al fenomeno della costruzione del sogno sono quelle impegnate nelle funzioni delle emozioni e della memoria: il sistema limbico, comprese le componenti limbiche delle aree frontali e temporali, cioè la giunzione occipito-temporo-parietale, e il sistema delle aree visive.

Quanto esposto vuol dire che il controllo del sogno REM è appannaggio di strutture filogeneticamente più antiche, mentre l’attività onirica ha sede in aree del cervello di più recente sviluppo filogenetico.

Successivamente si è appurato che una certa attività onirica esiste anche in fase Non-REM.

I lavori di Bosinelli (1982), Bosinelli e Cicogna (1991) e Foulkes (1962, 1985) hanno dimostrato la presenza di un’attività mentale del tutto comparabile a quella che si registra in fase REM anche nelle fasi NREM e nell’addormentamento.

Sono sogni che si ricordano meno, o che lasciano talvolta il ricordo di un pensiero piuttosto che di azioni e situazioni complesse come quelle dei sogni in REM.

Secondo questi autori le modalità elaborative nei due tipi di sonno (REM e NREM) sono del tutto simili, il che suggerisce un unico sistema di produzione dell’attività onirica, attivo anche se in misura diversa durante tutte le fasi del sonno.

6. La premonizione come “output” (risposta) ordinario della mente/cervello

Nel 2004 sono stati riportati numerosi studi che riguardavano un’anomala attivazione cerebrale che precedeva uno stimolo emozionale (nota 4).

Le diverse relazioni avvenute presso laboratori differenti avevano un’importanza psicofisiologica non indifferente, in quanto tale attivazione non era giustificata da nessun parametro che la potesse giustificare o spiegare. In questa sperimentazione non c’era nessun accenno al paranormale o alla biopsicocibernetica, sebbene si comprendeva che tale anticipazione era nel futuro dell’evento programmato e quindi le implicanze con la premonizione erano altrettanto evidenti e confermate, anche se necessitano di ulteriori conferme più allargate.

Nella relazione citata si possono seguire i vari passaggi di questa dimostrazione.

In anni recenti, diversi studi hanno osservato un effetto anomalo di tipo anticipatorio in relazione alla presentazione di stimoli emozionali neutri, oppure molto coinvolgenti, a persone (soggetti) qualsiasi. L’effetto in discussione è stato cioè trovato nell’ambito di esperimenti di psicofisiologia “classica”, senza nessun riferimento al paranormale, ed è stato successivamente confermato in diversi studi.

Questi studi sono stati effettuati per esempio da Bierman & Sholte (2003), Bierman & Radin (1998, 2000), Radin (1996), Globish et al. (1999), ed in Italia da Tressoldi (2003). Tutta la letteratura di questi autori è disponibile in inglese.

In un tipico setup sperimentale, ad una persona veniva presentata tramite il monitor di un PC una sequenza di circa 30 immagini, suddivise fra 10 immagini molto stimolanti (emozionali) e 20 neutre, con un ordine di presentazione del tutto casuale.

Contemporaneamente, erano registrati dati psicofisiologici quali la Resistenza Cutanea, la Frequenza Cardiaca, ed eventualmente altre (esempio: l’attività cerebrale, tramite EEG).

La presentazione dello stimolo neutro o emozionale era preceduta da un breve periodo di presentazione di un pre-stimolo molto semplice, per esempio un puntino luminoso sullo schermo del computer, cui seguiva dopo qualche secondo la presentazione di un’immagine emozionalmente neutra oppure molto stimolante, in modalità del tutto casuale.

I parametri psicofisiologici relativi alla frequenza cardiaca, oppure la resistenza elettrica cutanea, erano registrati in modo continuo tramite un opportuno software, che gestiva anche la presentazione delle immagini. Lo schema di ogni singola prova è qui sotto rappresentato.

Ogni soggetto vedeva 30 immagini con un intervallo complessivo fra ogni immagine di circa 20 secondi.

Schema singola prova (detto trial, in inglese)

Quello che si ottiene normalmente, è una ovvia maggiore attivazione emozionale (centrale e periferica) per gli stimoli emozionali forti rispetto a quelli neutri, ma si osserva anche una inaspettata anomalia: cioè la baseline (la zona) che precede la presentazione dello stimolo non è uguale per i due tipi di stimoli, in particolare questa baseline è significativamente maggiore per gli stimoli emozionali forti, nonostante che la scelta del tipo di stimolo sia effettuata in modo del tutto casuale immediatamente prima della sua presentazione (gli stimoli che danno l’effetto maggiore, sia assoluto che anticipatorio, sono di tipo erotico).

Questa anomalia suggerisce la possibilità di una forma di precognizione (del tutto inconscia) che modifica in anticipo la risposta emozionale nei circa 3-4 secondi che precedono la presentazione dello stimolo.

Le implicazioni di questa osservazione, se confermata in ulteriori ed indipendenti studi, sono di grande importanza scientifica, poiché un effetto anticipatorio di questo tipo non può essere spiegato nell’ambito delle attuali teorie psicofisiologiche della Coscienza, ma richiede lo sviluppo di nuovi paradigmi che ammettono la possibilità di funzioni precognitive, chiaroveggenti, telepatiche ecc. abbinate al fenomeno della Coscienza, così come sostenuto da molti studi effettuati da anni nel campo della Psicofisiologia, della Parapsicologia e della Biopsicocibernetica.

Lo studio proposto è una replica sostanziale di questo tipo di sperimentazione, da effettuarsi utilizzando circa 30 soggetti, e con uno strumento che consente di registrare tre parametri (resistenza cutanea, frequenza cardiaca, EEG) ed un software sviluppato ad hoc per gestire tutti gli esperimenti e la loro analisi statistica.

Un’analisi accurata delle condizioni sperimentali, della randomicità della presentazione degli stimoli, ed altri possibili artefatti di analisi dei dati, sono stati tutti ragionevolmente esclusi; pertanto al momento questo tipo di fenomeno inatteso manca di una convincente spiegazione nell’ambito della formulazione standard delle teorie neurofisiologiche.

Le implicazioni per la parapsicologia ed anche per la biopsicocibernetica sono importanti: potrebbe essere un tipo di esperimento che dimostra l’esistenza di effetti precognitivi a breve termine, del tutto inconsci, e con uno schema sperimentale del tutto diverso dagli esperimenti classici di precognizione basati su carte Zener o consimili ed anche randomizzati.

7. Ci sono basi neurofisiologiche del sogno premonitore?

Michel Jouvet si pone una domanda molto profonda ed ancora senza una solida spiegazione scientifica: perché durante il sonno compare il sogno? E si potrebbe anche aggiungere: che rapporti hanno i sogni con la coscienza o la consapevolezza?

Jouvet ipotizza che il sogno sia una modalità del nostro corpo/mente per cancellare o archiviare le esperienze della giornata, secondo un codice genetico ben preciso che ci scollega completamente dal sistema nervoso e muscolare dello stato di veglia, non risponde più agli stimoli dell’ambiente, abbassa il metabolismo ed attiva aree cerebrali diverse da quelle della veglia; segue dei ritmi precisi che sono sempre quelli, ma riguardo ai contenuti del sogno le spiegazioni sono molteplici, non hanno un supporto neurobiologico e sembrano dipendere unicamente dalla mente.

Nell’esposizione del ciclo del sonno/sogno e nelle varie forme dei sogni “modificati” e studiati ultimamente da studiosi, come

– il sogno lucido ed
– il sogno premonitore od
– il sogno ad occhi aperti od
– altre varianti

emergono delle considerazioni molto importanti, che potrebbero restare ancora nell’ombra, per quanto riguarda una spiegazione scientifica e sono le seguenti.

Nel sogno lucido, mediante addestramento (MILD, Mnemonic Induction of Lucid Dreaming oppure WBTB, induzione per risveglio e riaddormentamento, oppure ancora Wake Back To Bed, che sembrerebbe il metodo più semplice), si possono inserire dei dati che ad un esame clinico strumentale si evidenziano durante il sogno (La Berge): dunque, sebbene il sonno/sogno sia un programma biologico ben preciso, esso è suscettibile di essere in qualche modo guidato da un addestramento e quindi si può entrare nel sogno con dei segnali prestabiliti.

Come dunque si possono inserire dei dati prestabiliti, ci può essere un inserimento di dati “spontanei” o che sfuggono attualmente ad ogni nostra ipotesi o tesi?

Questi dati appartengono al mondo fisico psichico e le proprietà interpretative dell’uomo li leggono durante l’assenza della nostra coscienza vigile, o almeno quando la nostra coscienza vigile si interfaccia con i vari periodi del sonno e del sogno, nelle fasi di affioramento dello stato di coscienza reale e tali da poter svegliare il soggetto e renderlo partecipe dei dati stessi; ciò avverrebbe appunto perché tali dati non appartengono ai meccanismi genetici del sonno/sogno e c’è stato invece un messaggio o un allarme rosso messo in atto dal nostro organismo sulla base di messaggi interumani, che possono viaggiare con le connessioni tra i neuroni specchio dei soggetti che li inviano e che li ricevono.

Rimane poi un dubbio: i sogni di Don Bosco non erano di questo tipo; erano chiari, erano poi raccontati alla sera ai ragazzi per loro edificazione e meditazione e non ingigantivano per nulla il ruolo di don Bosco. Si può affermare che provenivano da altre fonti, di cui un sensitivo non può disporre, ma che Qualcun Altro usa nei riguardi del soggetto ricevente con una specie di neuroni specchio non ancora identificati e che potremo anche non scoprire?

Si vogliono qui ricordare i sogni premonitori già citati in relazione agli studi condotti negli anni ’40 dallo scienziato russo Vasili Kasatkin: il medico che durante la guerra curava gli ammalati di vari reparti dell’ospedale. Nel suo diario troviamo scritto “oggi ho registrato 485 sogni di fame riferiti da 102 persone che sono tutte morte. In base all’intensità del sogno sono in grado di stabilire se uno sopravviverà o morirà.” In un suo libro, il medico Kasatkin, oltre ai sogni di fame, descrisse, come già anticipato, anche degli altri strani sogni: alcune persone gli raccontavano dei sintomi lampanti o meno evidenti di malattie, che poi effettivamente subentravano in quelle persone. A quel punto il medico si chiese se quell’allarme rosso, che sembrava essere inviato da centri non meglio specificati alla memoria della coscienza durante il sonno/sogno, era una realtà da studiare.
Il già citato libro di Kasatkin, “Teoria dei sogni”, era usato negli allora istituti di psichiatria e psicologia locali. Egli cercò anche di addestrare i medici ad ascoltare i sogni dei loro pazienti che riportavano delle premonizioni senza stimolare in loro tale proprietà. Definì quei sogni premonitori “sentinelle dell’organismo che sorvegliano la nostra salute e che mentre noi dormiamo hanno un ruolo difensivo importante”.

Certo questi sogni non corrispondono in nessun modo a quelli riportati nella Bibbia o da Don Bosco, in quanti questi, per il loro contenuto e la loro definizione, non ammettevano interpretazioni particolari e riguardavano situazioni importanti non per la vita del singolo sognatore ma di altri.

I sogni dell’antichità, e sogni riportati anche attuali a contenuto laico e non religioso, alcune volte devono essere interpretati, poiché lo stimolo ricevuto attraversa vie cerebrali che danno una risposta analogica che va ridimensionata.

Quindi c’è sogno premonitore e sogno premonitore: si tratta comunque sempre di un allertare il soggetto su circostanze che sono ancora nel futuro, anche se immediato.

Se poi si confrontano queste caratteristiche con quanto affermato da Crick e Mitchinson sul significato dei sogni emergono stridenti differenze.

Questi autori operano sulla scia di D. Hebb, che postulava che quanto più forti sono le connessioni interneurali (nota 12) tanto più forte è l’engramma che codifica o immagazzina.

Come già anticipato, gli autori sottolineano che, siccome esiste un limite all’immagazzinamento, l’uomo, che durante la veglia è in stato quasi continuo di eccitazione e di sovraccarico informativo, può risentire di un tilt delle strutture cerebrali. Degli esperimenti eseguiti con un computer dimostrarono che il computer impazziva, il che suggerisce che le reti neurali non possono ricevere un sovrappiù di informazioni, per cui si rende necessaria una cancellazione delle informazioni superflue che, come già detto essi chiamarono “disapprendimento o apprendimento inverso” durante il riposo. Di qui la definizione dei sogni quali “le ombre sfuggenti di reti neurali che disfano invece che mettere assieme e di immagazzinare e quindi strutture che l’organismo sta tentando di cancellare”. Di qui anche l’invito, negli articoli pubblicati nel 1983, a non ricordare i sogni, se no le nostre reti si sovraccaricano, vanno in tilt.

Con la caduta delle le strutture costruite da Freud e collaboratori, venivano rinforzate teorie di J. Allan Hobson e R. W. Mc Carley, secondo le quali i sogni non sono lo spettacolo principale del sonno/sogno, ma un riempitivo di scarsa importanza per tenere tranquillo l’uomo, mentre avvengono delle importanti modificazioni a livello di memorie neuronali.

In breve Freud aveva torto perché, oltre al resto, i sogni traggono la loro energia dalla scarica spontanea di neuroni e non da una “libido” repressa.

Oltre al resto, rimarcò R.W. McCarley, i sogni hanno la tendenza a frammentarsi e a non finire la storia cominciata, e questo perché, quando dei neuroni si sono scaricati, un altro gruppo di neuroni si appresta a scaricarsi e quindi si avvia un altra sequenza del teatro mentale.

Sfuggiva però, in tutte queste teorie, un elemento che faceva quasi da osservatore nascosto (Hilgard): la coscienza.

Nel 1980, Gordon Globus si occupò della coscienza durante il sonno/sogno e dichiarò che l’oggetto dei sogni non è una versione scadente di messaggi sensoriali depositati nella sottocorteccia di lavoro, o “sporca”, ma una versione originaria, per cui la percezione dello stato di veglia e quella del sogno non sono sostanzialmente diverse. Egli dice: “È biologicamente assurdo che l’evoluzione si biforchi bruscamente in due forme distinte con meccanismi diversi al suo vertice: la coscienza umana e quindi la percezione diurna, e la dispercezione notturna. Si tratta di un fenomeno assai più complesso; diamo sempre per scontato che il nostro cervello può trasformare e analizzare lo stimolo, mantenendo il messaggio originario, mentre invece non è così.”

Come Husserl ricercava una conoscenza trascendentale, assolutamente certa, per spiegare la mente, così il duo inscindibile è il cervello/mente. Uno non funziona senza l’altra, e l’attuale neuroscienza ha una concezione molto povera o troppo fisica della coscienza. Così la sua teoria è che tutti i mondi che noi percepiamo potrebbero già esistere nel cervello/mente a priori, cioè provenire da una biblioteca infinita, ed il cervello sotto input può scegliere un particolare libro che però è già incorporato nel nostro patrimonio genetico.

Bergson afferma che il nostro cervello è come un imbuto o rubinetto che regola gli stimoli, ma tutte queste semplificazioni ed ottime spiegazioni per non passare dallo scientismo allo spiritualismo sono ancora in cammino.

Molte culture che definiremmo del “terzo mondo” vedono nei sogni una realtà separata dalla vita di ogni giorno: durante la notte si comunica con gli dei, con gli spiriti, con gli antenati defunti.

Potemmo concludere dicendo che quindi siamo ancora con Alice nel Paese delle Meraviglie, dove Alice si chiedeva se avesse sognato il Re Rosso o se fosse lei a trovarsi nel sogno del Re Rosso.

8. Bibliografia consultata

1) Traduzione di Senofonte, Anabasi (©Studentville.it)
Traduzione di Cicerone, Della Divinazione (©Studentville.it)
2) Nicola Michele Campanozzi – Articoli
Il sogno premonitore … La ‘Via del Sogno’ nella Bibbia
Il sogno e la sua interpretazione Biopsicocibernetica.
I limiti della conoscenza umana/2
www.campanozzi.netsons.org/index.php?
3) William Giroldini, progetto di ricerca “Anomala attivazione cerebrale anticipatoria dopo stimolo emozionale”14/12 / 2004
4a) Bierman D., Radin D. (1997) “Anomalous anticipatory response on randomized future conditions”, Perceptual and Motor Skill, 84, 689-690
4b) Bierman D., Radin D. (2003) “Anomalous unconscious emotional responses: Evidence for a reversal of the arrow of time”. To appear in Tuscon III: Towards a science of consciousness, MIT Press.
4c) Globisch J., Hamm A.O., Estevez F., Ohman A. (1999) “Fear appears fast: temporal course of startle reflex potentiation in animal fear subjects”, Physiology, 36, 66-75.
4d) Radin D. (1997) “Unconscious perception of future emotions: an experiment in presentiment”, Journal of Scientific Exploration, 11(2), 163-180.
4e) Radin D. (2000) “Evidence for an anomalous anticipatory effect in the autonomic nervous system”, Boundary Institute
5) Mauro Mancia (2009) “Psicoanalisi e Neuroscienze: un dibattito attuale sul sogno”
www.psychiatryonline.it/ital/mancia.htm
6) A di Quirino Zangrilli (2005) Il sogno: memoria filogenetica del modello cibernetico della mente, Estratto della Relazione tenuta dall’Autore al Convegno “Alle Origine del Sogno” tenutosi a Frosinone nei giorni 10-11 marzo 2005
6b) BOSINELLI M., CICOGNA P.C. (a cura di): Sogni: figli di un cervello ozioso, Bollati Boringhieri, Torino, 1991
7) JOUVET M.: La natura del sogno, Theoria, Roma, 1991
8) HOBSON J.A.: La macchina dei sogni, Giunti, Firenze, 1992
9) Pietro Zerbino, I sogni di Don Bosco, edizioni Elledici 1988
10) B.Lemoyne ed AAVV, Memorie Biografiche di Don Bosco, ediz 1898/1948
11) J.LeDoux, Il cervello emotivo, Mondadori 1996
12) J Hooper, D.Teresi, L’universo della mente, CDE Milano 1986
13) R. Broughton, Parapsicologia, Ediz. Sperling e Kupfer, 1994
14) H.Gris, William Dick, La parapsicologia in URSS, Rizzoli 1981
15) AAVV, Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Text Revision, Masson 2000
16) Stephen La Berge, Sogni coscienti (1988), Armenia editore